Montalbano la riserva d'acqua di Carmignano

Il Montalbano: la riserva d’acqua di Carmignano

Storicamente, per la comunità di Carmignano, l’essersi insediata su una delle prominenze che si staccano dal fianco nord-orientale del Montalbano e che si allungano sulla pianura sottostante ha avuto certamente un’importanza strategica e decisiva nel Medioevo, periodo di tensioni e scontri militari ricorrenti. Negli ultimi due decenni del secolo XIX invece l’importanza di una simile collocazione geografica ha trovato la sua motivazione principale nel fatto che il Montalbano ha potuto svolgere la funzione vitale di riserva d’acqua per quella Comunità che si è quindi attrezzata per poterla captare e trasportare fino in paese.

Il territorio di Carmignano si sviluppa coprendo ininterrottamente una parte del versante nord-orientale del Montalbano, dal suo crinale (intorno ai 600 metri di altitudine) fino al fondovalle e al fiume Ombrone (circa 35 metri sul livello del mare).

Si tratta di un territorio che, morfologicamente, si caratterizza per una preponderante presenza di colline tutte coltivate alle quali si affianca un’esigua fascia di pianura alluvionale posta a fianco dei corsi d’acqua presenti (Ombrone e suoi affluenti di destra idrografica). Lungo questa fascia di territorio i nuclei abitati storici si sono posizionati ad altitudini diverse, dal fondovalle fino ai 260 metri circa (con l’unica eccezione di San Pietro a Verghereto, posto a 306 metri), comunque sempre al di sotto della linea di contatto fra le due tipologie di rocce dominanti l’intera zona, cioè il Macigno (la roccia che costituisce l’ossatura dell’intero Montalbano) ed il sottostante Complesso caotico (la roccia di cui sono costituite le colline che, appoggiandosi al monte, lo uniscono al fondovalle). Questa collocazione trova la sua motivazione nel fatto che la linea di contatto fra le due diverse rocce costituisce anche la linea di fuoriuscita delle maggiori sorgenti dell’intero versante sud-orientale del monte, poste tutte intorno ai 270 metri di altitudine. Questo fatto rivestirà un importanza fondamentale quando, nel corso dell’ultimo decennio dell’Ottocento, i tecnici della ditta incaricata di costruire l’acquedotto di Carmignano indirizzeranno, a ragione, le loro ricerche di acqua sorgiva proprio lungo questa fascia altimetrica.

Diversamente dall’altro versante del Montalbano, quello su cui si distende il territorio di Carmignano, mostra - come si può facilmente vedere da questa posizione - subito sotto il crinale una scarpata molto ripida e coperta interamente dal bosco sotto la quale iniziano i coltivi e le pendenze cambiano drasticamente. Proprio lungo il contatto fra bosco e coltivi si collocano le sorgenti e proprio lì, infatti, nel gennaio-febbraio del 1890, i tecnici della “Società Italiana per condotte di acqua”, incaricati dalla Giunta comunale di Carmignano, individuarono le tre sorgenti del Chiuso (1 km circa a Sud di Verghereto), di Camerata (1 km a Nord-Ovest di Verghereto) e dell’Acqua Calda (600 metri circa ad Ovest della località Madonna del Papa).

Da queste tre sorgenti, l’acquedotto avrebbe condotto le acque nella grande cisterna posta di fonte alla chiesa dei Santi Michele e Francesco.